Un misogin al Antichităţii târzii: Aurelius Victor

  • Subiect: Tra i misogini dell 'Antichità tardiva possiamo ricordare anche Aurelio Vittore, autore (358-360) di alcune Historiae abbreuiatae, una storia dell'Impero da Augusto a Constanzo II stesa in uno stile personale, senza i rigori di un comandamento aulico, contaminato completamente da soggettivismo e morale, che conferisce autenticità alle sue idee e ai suoi giudizi di valore. L'oggetto principale della sua antipatia non sono le donne. La precedenza e concessa alla casta militare, che, chiaramente, non poteva sopportare. A questo segue da vicino la tentacolare burocrazia imperiale, caratterizzata come insolitamente «tremenda» (magis atrox nihil). Seguono le donne. A differenza dei suoi risentimenti verso i milites, ministri e apparitores, che acquista a volte delle forme viscerali, il suo antifemminismo non e cosi aspro. Aurelio Vittore non e un misogino simile a Giovenale nella Satira VI. Come anche nel caso dei suoi contemporanei pagani o cristiani, il suo misoginismo non deve essere capito nel senso etimologico della parola - misogynia, -as - «odio contro le donne» - ma piuttosto, come un'atteggiamento di rifiuto dell'implicazione pubblica della donna e di desiderio di mantenerla in uno stato di assoluta subordinazione nelle relazioni matrimoniali. Si tratta, in fondo, di un'atteggiamento molto conservatore. In un mondo nuovo, il nostro storico, egli stesso un homo nouus, si dimostrava molto antiquato, un uomo di una sobrietas esemplare (uirum sobrietatis gratia aemulandum), come scriveva Ammiano Marcellino.
  • Limba de redactare: română, italiană
  • Secţiunea: Comunicări şi studii
  • Vezi publicația: Studii Clasice: StCl
  • Editura: Editura Academiei Române
  • Loc publicare: Bucureşti
  • Anul publicaţiei: 2009
  • Referinţă bibliografică pentru nr. revistă: anul 2009
  • Paginaţia: 117-131
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